Giuseppe Medile

“Molte delle nostre scelte di vita sarebbero state differenti se avessimo incontrato la cultura nei nostri sogni.”

Estradato dal Brasile, fui portato nella Casa di Reclusione di Rebibbia. Dovevo scontare una pena di circa dieci anni. Non mi ero mai approcciato alla cultura, pensavo che non mi avrebbe dato niente di cui non sapessi e, per curiosità, dato che tempo ne avevo da vendere, conobbi per caso la professoressa di Tecnica aziendale.

 

Lei forse vide in me una predisposizione allo studio e mi spronò a intraprendere le lezioni, che nel tempo mi fecero conseguire il diploma di Operatore Turistico, fino al raggiungimento della maturità, ed ora sono iscritto all’Università la Sapienza, per conseguire la laurea in Psicologia.

 

La forza della cultura è diventata per me l’arma che mi ha aiutato e tutt’ora mi aiuta a diventare un uomo migliore e la mia mentore mi ha insegnato che senza la cultura si resterà per sempre “nudi” della conoscenza e della comprensione del senso della nostra esistenza.Mi pento di non averla incontrata prima, di sicuro la mia vita, avrebbe avuto un percorso differente.

 

La cultura in carcere apre orizzonti nascosti e proietta in un futuro migliore, con essa è come leggere un libro che non finisce mai, perché per quanto possiamo acquisire dal “sapere”, questo non basterà mai a saziare la curiosità. Molte delle nostre scelte di vita sarebbero state senza alcun dubbio differenti se avessimo incontrato la cultura nei nostri sogni. Grazie ad essa, molti di noi hanno dato un senso alla propria esistenza e probabilmente mai avrebbero conseguito un livello culturale così importante, se non avessero colto le varie opportunità offerte.

Aggiornamento 2020

La scrittura ha un suo sentimento

Molte volte ci s’illude di essere importante per qualcuno, specialmente per chi come me si trova ristretto in una Casa penale. Da qualche giorno però a causa della pandemia che sta colpendo il mondo intero, essendo io per l’età e per alcune patologie considerato un soggetto a rischio, sono stato relegato in detenzione domiciliare.

Circa due anni fa sono stato gratificato e premiato per aver partecipato al concorso dell’agenzia Erasmus + e l’unità Epale, presentando il mio scritto: “La forza della cultura in carcere.” Oggi la Professoressa Maria Teresa Caccavale, la persona che mi rappresentò alla premiazione, mi ha comunicato che essendo stato nominato Role Model, mi si chiede di scrivere cosa ha significato per me una simile esperienza, e dove può avermi portato questo cammino culturale.

In quell’occasione sentii di essere stato premiato per il sentimento espresso, e ciò mi ha dato il coraggio di continuare. Ancora oggi mi perdo a inventare libri, racconti e poesie, e se anche finirò di scontare la pena nel 2032, mai ho perduto la speranza di tornare libero, e in questo momento tragico per il mondo, magicamente e paradossalmente mi trovo seduto comodamente alla scrivania di casa, a scrivere i miei pensieri e le mie emozioni.

Con tutta onestà devo dire, che la mia restrizione se pur pesante, è stata aiutata a vincere i giorni più bui dalla scrittura. Con i miei scritti e senza accorgermene, ho viaggiato insieme alle mie interminabili ore verso gli orizzonti costruiti con la fantasia, e quando la sera ritornavo alla realtà del mio presente, chiudendo gli occhi, progettavo in compagnia dei sogni, il futuro di una vita vera.

Tutto questo ho trovato nella scrittura, e non smetterò mai d’amarla, perchè so che essa non mi abbandonerà mai.

Giuseppe Medile (Pino)