Bassel Arkdan

La guerra negli occhi. Giovane studente di Damasco diventa un uomo in fuga. La borsa di studio all’Università di Pavia gli ha ridato un pezzo di quel mondo che gli era stato strappato.

La guerra negli occhi. È il 2011. In Siria scoppia la guerra civile. Bassel, giovane studente di Damasco, diventa un uomo in fuga.

Programma con la sua famiglia ogni dettaglio del suo viaggio verso l’Europa. La meta è l’Italia. Compra i biglietti aerei per la Tunisia e poi per Roma. Qui dirà, con il suo italiano incerto: “Sono un rifugiato politico”.  A quel punto la richiesta di asilo in Italia è vincolante.

La tappa successiva è il Centro di Prima accoglienza di Crotone.

E c’è ancora un ostacolo: l’audizione in Commissione per ottenere lo status di rifugiato. La risposta della commissione è positiva. Inizia la discesa.

 

Ottenuto lo status di rifugiato, può rientrare nel Progetto Sprar della onlus Piam di Asti e vi approda con la sua famiglia. Il Piam nota subito le molteplici competenze di Bassel, soprattutto in ambito grafico e lo coinvolge nella campagna di sensibilizzazione “L’accoglienza fa bene”.

Frequenta i primi corsi di alfabetizzazione del Cpia di Asti.

 

Il suo sogno continua a essere l’Università, la scuola lo inserisce nel percorso Polis all’Istituto Superiore Castigliano. Inizia a fare tirocinio in una cooperativa di grafica. Il Cpia è appena nato, non ha un logo e Bassel si propone di realizzarlo. In estate, la svolta. Il Piam viene a conoscenza di un bando che assegna 15 borse di studio all’Università di Pavia. Bassel studia giorno e notte, sostiene gli esami e supera il test. Finalmente oggi ha riconquistato un pezzo di quel mondo che gli era stato strappato.

La storia di Bassel – Approfondimenti sulla stampa