Una vita segnata dalla sindrome di Oller, un team di insegnanti e operatori che non molla e lo sostiene dalla scuola all’Università
Una vita segnata dalla sindrome di Oller, un team di insegnanti e operatori che non molla e lo sostiene dalla scuola all’Università
La sindrome di Ollier colpisce le ossa e non le fa crescere nel modo giusto. Mio figlio Valerio è stato colpito alla gamba sinistra, la malattia gli faceva crescere più lentamente l’arto. Ha subito tre allungamenti recuperando 34,5 cm. Sono state molte le componenti che ci hanno aiutato a superare questa esperienza e la scuola ha avuto un ruolo di primo piano mostrandosi accogliente e collaborativa nel promuovere la riuscita di questo ragazzo.
Ho percepito il concetto di team, una vera squadra formata da collaboratori e docenti di ogni ordine e grado attenti e disponibili sin dall’asilo nido quando il problema era ancora poco evidente, e poi dopo quando le cose si sono fatte più serie ma ancora si riusciva a frequentare la scuola regolarmente.
In seguito il dolore aumenta e le assenze si fanno frequenti, ma nessuno molla, anzi due professoresse, di italiano e matematica, vengono a casa per favorire ad ogni costo la riuscita di Valerio, a costo zero. Poi la situazione precipita, il dolore è straziante, le infezioni sono ricorrenti e così anche le difficoltà a percorrere in auto il tragitto casa-scuola nessuno molla un’altra volta: professori convinti ad aiutare Valerio con interventi on line, spiegazioni e verifiche, e parole incoraggianti. Sentivo un filo invisibile che ci univa tutti!
Ora Valerio è un ragazzo molto positivo che frequenta il secondo anno di fisica all’università la Sapienza. Io sono davvero grata alla scuola che ci ha seguiti con sorrisi, parole e azioni degni di un percorso di resilienza.