“La mia vita è ancora sospesa.
La scuola mi ha aiutato a costruire ciò che sono”
“La mia vita è ancora sospesa.
La scuola mi ha aiutato a costruire ciò che sono”
Sono sbarcato in Sicilia il 24 giugno 2015 e il giorno dopo sono stato trasferito a Chioggia. Al mio arrivo non ero né triste, né felice ma solo tanto arrabbiato: con me stesso perché non riuscivo a dare risposte alle mie mille domande e con tutti gli altri perché non conoscevo nessuno e non riuscivo a comunicare con nessuno, nonostante parlassi il francese e l’inglese. Dopo una settimana, la Caritas mi ha proposto di andare al corso di italiano. Ho accettato ma senza convinzione. Pensavo che sarebbe stata una perdita di tempo per me che volevo solo avere in fretta i documenti ma mi sono fidato e ci sono andato.
La mia insegnante mi ripeteva che dovevo imparare l’italiano. Mi sembrava dura, in fondo che ne sapeva lei di chi fossi, di ciò che volevo, di quello che avevo affrontato? Poi però mi ha aiutato moltissimo. Mi sono messo a studiare e ho preso la licenza media.
Mi sono reso conto dell’importanza della lingua portando il mio curricolo alle aziende. Ho capito che non potevo stare a casa senza fare niente: dovevo uscire, andare a scuola, imparare l’italiano e cominciare a costruire la mia vita in Italia. La rabbia ha lasciato il posto al coraggio. Ho trovato lavoro e sono riuscito ad entrare al corso per operatore socio-sanitario. Ora frequento sia questo corso sia l’ITIS serale, indirizzo informatico, per ottenere il diploma. Non so se riuscirò a portare avanti tutti i miei progetti, di sicuro però la scuola mi ha sostenuto nei momenti più difficili e mi ha permesso di integrarmi nella società, nel mondo del lavoro e di fare amicizie.
La mia vita è ancora sospesa, non so se avrò diritto d’asilo. Lo studio però mi ha aiutato a costruire ciò che oggi sono e so che quanto ho imparato sarà comunque utile per il mio futuro.