Gassimou Magassouba

“In Europa c’è troppa solitudine. Con il collettivo Giocherenda abbiamo pensato di fare qualcosa per aiutare le persone a provare il gusto e la forza di stare uniti.”

Sono arrivato dalla Guinea un anno e mezzo fa. Non ho più nessuno della mia famiglia. Anche mio fratello l’ho perso durante il viaggio. Avrei voluto abbandonare tutto, ma sono andato avanti. Durante il terribile viaggio in mare sono stato soccorso e condotto a Palermo in un grande centro di accoglienza. Ho frequentato un corso sperimentale del CPIA Palermo 1.

In questo breve tempo ho fatto tante esperienze: ho partecipato come protagonista al documentario “Io sono qui”, ho studiato teatro e cinema. Ma soprattutto ho fondato insieme ai miei compagni rifugiati e a una mia insegnante il collettivo Giocherenda. Giocherenda in lingua pular significa solidarietà. Abbiamo creato questo gruppo perché abbiamo notato che in Europa c’è troppa solitudine. Abbiamo pensato di fare qualcosa per aiutare le persone a provare il gusto e la forza di stare uniti. Così abbiamo avviato una piccola impresa dove costruiamo e animiamo giochi cooperativi. Ci siamo inventati un lavoro e anche un modo per far stare bene gli altri offrendo momenti di condivisione e narrazione.

Poi abbiamo conosciuto lo psicologo americano Philip Zimabrdo che ha inventato il corso Heroic Imagination Project per educare alla resilienza. Abbiamo studiato questa formazione e siamo diventati formatori. Abbiamo insegnato la resilienza allo staff di una ditta di moda e ora formeremo i giovani del quartiere Zen. Con la nostra storia e il nostro esempio vogliamo dire: Non disperate mai, dai problemi ne usciremo insieme.

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